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L'Arte in Questione 3 : BOTTICELLI - La Nascita di Venere

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    L'Arte..
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    *...in questione*
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    Una pioggia di rose
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    Un gesto pudico
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    Un volto pensieroso
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    Un quadro di Sandro Botticelli
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    Uno dei nudi mitici della storia della pittura?
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    Non solo,
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    un nudo che lo sguardo dell'uomo non vedeva da mille anni:
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    di dimensioni reali, grazioso, frontale e diretto.
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    Dopo secoli in cui la nudità fu sinonimo
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    di umiliazione o di vizio,
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    e la bellezza sospetta,
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    eccole rivelate e idolatrate attraverso i lineamenti della dea dell'amore.
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    Con un tal elogio del corpo e della grazia femminile,
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    l'umanista del Rinascimento entrava nella modernità.
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    Un'icona?
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    ...oppure un cliché?
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    A forza di vedere e rivedere questa scena riprodotta fino alla nausea,
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    abbiamo quasi più voglia di vederla inciampare
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    che di prenderci il tempo per osservarla!
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    Si vedrebbero allora, al di là della calma e della dolcezza apparenti,
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    questi equilibri instabili,
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    quest'agitazione frenetica,
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    e questo tratto asciutto e tagliente...
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    ...Si noterebbe che questo corpo allungato,
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    con la sua chioma smisurata
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    non ha niente a che vedere con la massiccia solidità dell'antico
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    e che questo viso malinconico e assente,
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    assomiglia più alle nostre modelle contemporanee con il volto imbronciato
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    che alle Veneri lascive che seguiranno.
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    Allora: dea rinascimentale o madonna medievale?
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    Immagine dell'emancipazione o ideale maschile stereotipato?
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    Chi è veramente questa donna?
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    Botticelli- *La Nascita di Venere*
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    * Questo oscuro oggetto del desiderio*
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    Parte 1. Il peso delle parole, lo choc delle immagini
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    La risposta sembra evidente:
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    è Venere, al momento preciso della sua nascita!
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    Bella...
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    e goffa nel nascondere la propria nudità...
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    ...circondata dai suoi simboli:
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    *la conchiglia*, nella quale nasce, in mezzo alle onde,
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    e le rose
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    Alla sua sinistra, Zefiro, il dio del vento dell'ovest,
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    con le guance gonfie d'aria,
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    e la sua compagna Aura, il vento della primavera.
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    Spingono la conchiglia verso la riva...
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    ... dove una donna si appresta a rivestirla di un manto rosa
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    cosparso di violette.
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    È una delle Ore,
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    queste dee delle stagioni, probabilmente la Primavera.
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    Ma questa Venere proviene direttamente dall'Antichità:
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    Certo, Botticelli ritrascrive fedelmente una descrizione della Nascita di Venere del Poliziano,
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    suo contemporaneo.
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    Ma il testo si ispira allo scrittore romano Plinio il Vecchio, che descrive ...
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    un affresco leggendario sulla Venere dipinta da Apelle,
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    il più grande pittore dell'Antichità,
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    per Alessandro Magno!
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    Impossibilie trovare discendenza più prestigiosa per il pittore,
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    come per i suoi committenti: i Medici.
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    Forniscono appunto a Botticelli una seconda fonte di ispirazione antica:
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    la loro copia romana della Venere di Prassitele,
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    Un nudo leggendario talmente bello che un giovane se ne innamorò,
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    e tentò di unirsi carnalmente a lei!
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    La "Nascita di Venere" appare dunque rappresentativa dello spirito del Rinascimento:
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    l'abbandono dell'"oscurantismo medievale",
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    grazie alla riscoperta dell'antico.
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    Tuttavia, se accostiamo la tela agli altri capolavori a cui Botticelli aveva accesso,
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    rimaniamo colpiti da una profonda differenza:
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    mentre i suoi colleghi pittori approfondivano gli studi sulla prospettiva,
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    quella della "Nascita di Venere" rimane sommaria:
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    non notiamo una diminuzione progressiva dei contrasti che renda l'idea di un allontanamento,
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    e i personaggi hanno l'aspetto di figurine di carta ritagliate e incollate sullo sfondo.
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    Inoltre, mentre i contemporanei cercano di dare vita alle proprie figure
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    mascherandone i contorni,
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    Botticelli le cesella meticolosamente.
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    Da ultimo, Venere differisce dal proprio modello:
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    il collo e il viso più allungati,
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    le spalle meno larghe,
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    il ventre più rotondo...
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    Essa non rispetta minimamente i sacrosanti canoni delle proporzioni antiche:
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    le proporzioni dell'intero dovrebbero essere determinate dalla distanza tra i seni,
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    ma qui aumentano o diminuiscono incessantemente.
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    Quanto alla "stabilità degli antichi",
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    essa lascia il posto a un'improbabile mancanza di equilibrio.
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    Venere ci sta forse nascondendo la verità sulle proprie origini?
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    Parte 2. *L'arte di vivere nel proprio tempo*
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    Botticelli non aveva la possibilità di mostrare Venere in tutta la sua bellezza ai propri contemporanei
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    a causa della scarsità di materiale antico che aveva a disposizione.
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    pertanto, si rifà agli stili precedenti ancora di moda a Firenze alla fine del 15º secolo:
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    quello degli arazzi medievali del Nord Europa, molto amato dai Medici.
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    I personaggi si stagliano contro lo sfondo come arabeschi...
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    e la prospettiva della *Nascita di Venere* richiama tale medium,
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    in cui la natura propria del supporto rende particolarmente difficile esprimere la profondità.
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    Botticelli recupera l'arte degli orafi, tipica del Medioevo,
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    ormai in fase di declino.
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    Botticelli era nato con una formazione da orafo,
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    che spiega l'estrema precisione del suo disegno
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    e il termine virile a cui l'artista viene associato
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    A quei tempi, la virilità designava colui che eccelleva nel proprio campo...
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    Per il pittore era la sua virtuosità ...
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    che nel 1485, a Firenze, è quella del *disegno netto e preciso*.
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    In questo campo Botticelli regna sovrano!
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    In conclusione, non ci troviamo davanti a un nudo antico quanto, piuttosto, gotico:
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    - lunghi capelli;
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    - corpo maggiormente allungato;
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    - i muscoli hanno lasciato il posto a fianchi più larghi;
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    - il volume del seno è diminuito.
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    Forse che *Venere" è, in realtà, un nudo neo-medievale?
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    Per la forma non ci sono dubbi, ma così non è per il soggetto:
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    il Medio Evo si limitava al nudo delle due rappresentazioni concesse dalla Bibbia:
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    - a volte quello che simboleggiava l'innocenza;
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    - ma, più spesso, quello della vergogna originata dal peccato.
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    Venere potrebbe rappresentare la versione moderna di quel nudo *dell'innocenza e della purezza*:
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    - gesti di pudore
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    - sguardo pensieroso e assorto,
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    - lo stesso della vergine Maria,
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    la dea dei Cristiani!
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    I più grandi filosofi dell'epoca la ricoprono di virtù:
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    essa rivela temperanza e onestà...
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    ... fascino e splendore!
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    Quest'epoca mostra dunque un curioso tentativo di conciliazione tra religione cattolica e divinità pagane...
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    ... che sfocia nella stesura di importanti trattati di astrologia...
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    ... e in un vero e proprio culto di Venere.
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    Alle giovani madri vengono offerti deschi da parto
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    in cui la divinità affascina gli uomini,
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    che ne rimangono ipnotizzati.
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    *La Nascita di Venere*, che si presume essere stata un dono di nozze,
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    potrebbe essere stata una "super-versione" esteriorizzata di quei nudi
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    dissimulati all'interno dei bauli adibiti alla dote.
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    Si riteneva fossero di buon augurio per la coppia,
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    che aumentassero il desiderio,
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    e che determinassero la bellezza della futura prole!
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    E questa tela tende senza dubbio ad avere un forte impatto sensuale:
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    - l'improbabile intreccio delle gambe dei "lascivi Zefiri";
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    - la lunga chioma che si agita al vento;
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    - e i venti che disegnano suggestive pieghe sulla veste avviluppata intorno alla figura delle Ore.
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    Agitazione e movimento regnano in questa tela!
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    Movimento, che diventa per gli artisti rinascimentali
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    un modo privilegiato di evocare la gioia,
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    l'ebbrezza,
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    e la sensualità.
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    Infine, quando Botticelli vuole dare vita a nudi privi di sensualità, ci riesce perfettamente:
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    come in questa Verità smorta, tesa, senza rotondità,
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    presente nella Calunnia,
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    o in questa *Santa Zenobia*, gobba e deforme.
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    Né antica, né medievale, questa scena è tipica del Rinascimento fiorentino,
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    del suo interesse per l'elogio della vita e dei sensi,
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    anche a costo di mescolare allegramente
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    religione cristiana e superstizione pagana,
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    idealizzazione e sensualità carnale.
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    Tuttavia, solo una decina d'anni dopo,
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    la tela cade nell'oblio per oltre tre secoli!
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    Parte 3. *La doppia vita di Venere*
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    1494 ...
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    Firenze si trasforma brutalmente in una "dittatura teocratica"
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    governata da un predicatore, Savonarola,
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    il quale non vede per niente di buon occhio i nudi pagani.
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    Botticelli dichiara un "mea culpa" ufficiale
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    prima di tornare a dipingere scene bibliche.
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    La "Venere" sfugge alla distruzione,
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    ... ma così non è per la fama di Botticelli ...
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    che durante gli ultimi dieci anni della propria esistenza non riceve più una sola commissione.
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    Ormai, i pittori che contano
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    sono quelli che rompono definitivamente con lo stile medievale
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    esaltando il volume dei corpi con un contorno continuo e sempre più realistico.
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    E l'audacia della *Nascita di Venere* passa rapidamente di moda:
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    i colori del carnato vengono resi con incredibile realismo
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    la divinità può ormai offrirsi in tutta semplicità,
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    nelle case dei nobili
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    e ricambiare lo sguardo ardito dello spettatore!
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    La sua figura diventerà man mano più pesante,
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    in pose suggestive,
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    ricoperta di gioielli
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    rassomigliando sempre più a una cortigiana che a una dea.
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    La rappresentazione di Botticelli è ben lontana
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    e dovrà attendere il 19º secolo per prendere la propria rivincita.
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    Il secolo e schizofrenico:
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    non si sono mai visti tanti dipinti di nudo femminile...
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    ... mentre le persone insistono nel proclamarli opere d'arte
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    da osservare im maniera spassionata
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    "con la purezza di bambini che giocano nudi senza provare alcuna vergogna"
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    Il corpo femminile deve rimanere casto, senza allusioni sessuali ...
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    mentre il desiderio si sposta verso altre figure che gravitano attorno.
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    Gli effetti sono disastrosi:
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    le scene diventano ridicole
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    mentre gli occhi al cielo,
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    le anche che ruotano
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    ricordano che questi nudi "asessuati"
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    sono delle pentole a pressione pronte ad esplodere per la troppa sensualità repressa!
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    Era troppo!
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    Un gruppo di artisti e intellettuali inglesi
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    decide di ricercare nel passato il germe di questa decadenza.
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    Si punta il dito contro Raffaello,
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    e si denunciano e il suo disprezzo per la semplicità
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    e per la verità,
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    il suo gusto per le pose pompose!
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    Che entusiasmo hanno nel riscoprire il Quattrocento, e in particolare Botticelli!
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    La dolce semplicità delle scene,
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    dei corpi,
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    i gesti moderati,
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    i visi maliconici e assorti.
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    Per loro, questa Venere, esitante e timida,
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    è bella perché non suscita desiderio,
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    ma tenerezza.
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    Alla fine del secolo la questione è definita:
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    le copie della nascita di Venere riempiono le sale inglesi
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    e l'Inghilterra vittoriana la accoglie come l'immagine "accettabile" della sessualità,
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    come una donna piena di grazia,
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    ma anche delle restrizioni da cui la decenza deriva.
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    È il germe dell'ultima trasformazione di Venere:
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    la figura femminile che ogni uomo sogna,
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    e da cui ogni pensiero sembra fuggire.
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    Se Venere suscita di nuovo il desiderio carnale, è in quanto *donna oggetto*
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    destinata ad appagare i fantasmi dell'uomo.
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    Alain Jacquet non sta solo sfruttando il doppio senso della conchiglia
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    e del logo "Shell", quando trasforma Venere in una pompa di benzina.
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    Egli se ne serve per mostrare che Venere è diventata un oggetto,
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    destinata a soddisfare i desideri dell'uomo.
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    Per capire chi è questa donna,
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    bisogna andare al di là dei cliché
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    e dalla ricostruzione storica
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    per tornare alle sue origini.
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    Scopriamo dunque il potere di seduzione che una figura come questa è in grado di esercitare:
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    un ideale di bellezza universale
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    legato alla celebrazione della nascita e della vita.
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    Prossimo episodio: Maria Antonietta e i suoi figli
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    Un esercizio di "PR"?
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    Per maggiori informazioni: www.canal-educatif.fr
  • 13:45 - 13:48
    Scritto e realizzato da
  • 13:48 - 13:51
    Produzione
  • 13:51 - 13:54
    Consulenza scientifica
  • 13:54 - 13:57
    Questa produzione è resa possibile grazie al sostegno di mecenati (perché non anche voi?) e del Ministero della Cultura
  • 13:57 - 14:00
    Doppiaggio
  • 14:00 - 14:03
    Montaggio ed effetti speciali
  • 14:03 - 14:06
    Post-produzione e registrazione del suono
  • 14:06 - 14:09
    Scelta della colonna sonora
  • 14:09 - 14:12
    Musiche
  • 14:12 - 14:15
    Ringraziamenti per i sottotitoli in Italiano: Emmanuelle Theil e Elena Montrasio
  • 14:15 - 14:18
    Crediti fotografici
  • 14:18 - 14:18
    Una produzione CED
Title:
L'Arte in Questione 3 : BOTTICELLI - La Nascita di Venere
Description:

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Video Language:
French

Italian subtitles

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