L'Arte.. *...in questione* Una pioggia di rose Un gesto pudico Un volto pensieroso Un quadro di Sandro Botticelli Uno dei nudi mitici della storia della pittura? Non solo, un nudo che lo sguardo dell'uomo non vedeva da mille anni: di dimensioni reali, grazioso, frontale e diretto. Dopo secoli in cui la nudità fu sinonimo di umiliazione o di vizio, e la bellezza sospetta, eccole rivelate e idolatrate attraverso i lineamenti della dea dell'amore. Con un tal elogio del corpo e della grazia femminile, l'umanista del Rinascimento entrava nella modernità. Un'icona? ...oppure un cliché? A forza di vedere e rivedere questa scena riprodotta fino alla nausea, abbiamo quasi più voglia di vederla inciampare che di prenderci il tempo per osservarla! Si vedrebbero allora, al di là della calma e della dolcezza apparenti, questi equilibri instabili, quest'agitazione frenetica, e questo tratto asciutto e tagliente... ...Si noterebbe che questo corpo allungato, con la sua chioma smisurata non ha niente a che vedere con la massiccia solidità dell'antico e che questo viso malinconico e assente, assomiglia più alle nostre modelle contemporanee con il volto imbronciato che alle Veneri lascive che seguiranno. Allora: dea rinascimentale o madonna medievale? Immagine dell'emancipazione o ideale maschile stereotipato? Chi è veramente questa donna? Botticelli- *La Nascita di Venere* * Questo oscuro oggetto del desiderio* Parte 1. Il peso delle parole, lo choc delle immagini La risposta sembra evidente: è Venere, al momento preciso della sua nascita! Bella... e goffa nel nascondere la propria nudità... ...circondata dai suoi simboli: *la conchiglia*, nella quale nasce, in mezzo alle onde, e le rose Alla sua sinistra, Zefiro, il dio del vento dell'ovest, con le guance gonfie d'aria, e la sua compagna Aura, il vento della primavera. Spingono la conchiglia verso la riva... ... dove una donna si appresta a rivestirla di un manto rosa cosparso di violette. È una delle Ore, queste dee delle stagioni, probabilmente la Primavera. Ma questa Venere proviene direttamente dall'Antichità: Certo, Botticelli ritrascrive fedelmente una descrizione della Nascita di Venere del Poliziano, suo contemporaneo. Ma il testo si ispira allo scrittore romano Plinio il Vecchio, che descrive ... un affresco leggendario sulla Venere dipinta da Apelle, il più grande pittore dell'Antichità, per Alessandro Magno! Impossibilie trovare discendenza più prestigiosa per il pittore, come per i suoi committenti: i Medici. Forniscono appunto a Botticelli una seconda fonte di ispirazione antica: la loro copia romana della Venere di Prassitele, Un nudo leggendario talmente bello che un giovane se ne innamorò, e tentò di unirsi carnalmente a lei! La "Nascita di Venere" appare dunque rappresentativa dello spirito del Rinascimento: l'abbandono dell'"oscurantismo medievale", grazie alla riscoperta dell'antico. Tuttavia, se accostiamo la tela agli altri capolavori a cui Botticelli aveva accesso, rimaniamo colpiti da una profonda differenza: mentre i suoi colleghi pittori approfondivano gli studi sulla prospettiva, quella della "Nascita di Venere" rimane sommaria: non notiamo una diminuzione progressiva dei contrasti che renda l'idea di un allontanamento, e i personaggi hanno l'aspetto di figurine di carta ritagliate e incollate sullo sfondo. Inoltre, mentre i contemporanei cercano di dare vita alle proprie figure mascherandone i contorni, Botticelli le cesella meticolosamente. Da ultimo, Venere differisce dal proprio modello: il collo e il viso più allungati, le spalle meno larghe, il ventre più rotondo... Essa non rispetta minimamente i sacrosanti canoni delle proporzioni antiche: le proporzioni dell'intero dovrebbero essere determinate dalla distanza tra i seni, ma qui aumentano o diminuiscono incessantemente. Quanto alla "stabilità degli antichi", essa lascia il posto a un'improbabile mancanza di equilibrio. Venere ci sta forse nascondendo la verità sulle proprie origini? Parte 2. *L'arte di vivere nel proprio tempo* Botticelli non aveva la possibilità di mostrare Venere in tutta la sua bellezza ai propri contemporanei a causa della scarsità di materiale antico che aveva a disposizione. pertanto, si rifà agli stili precedenti ancora di moda a Firenze alla fine del 15º secolo: quello degli arazzi medievali del Nord Europa, molto amato dai Medici. I personaggi si stagliano contro lo sfondo come arabeschi... e la prospettiva della *Nascita di Venere* richiama tale medium, in cui la natura propria del supporto rende particolarmente difficile esprimere la profondità. Botticelli recupera l'arte degli orafi, tipica del Medioevo, ormai in fase di declino. Botticelli era nato con una formazione da orafo, che spiega l'estrema precisione del suo disegno e il termine virile a cui l'artista viene associato A quei tempi, la virilità designava colui che eccelleva nel proprio campo... Per il pittore era la sua virtuosità ... che nel 1485, a Firenze, è quella del *disegno netto e preciso*. In questo campo Botticelli regna sovrano! In conclusione, non ci troviamo davanti a un nudo antico quanto, piuttosto, gotico: - lunghi capelli; - corpo maggiormente allungato; - i muscoli hanno lasciato il posto a fianchi più larghi; - il volume del seno è diminuito. Forse che *Venere" è, in realtà, un nudo neo-medievale? Per la forma non ci sono dubbi, ma così non è per il soggetto: il Medio Evo si limitava al nudo delle due rappresentazioni concesse dalla Bibbia: - a volte quello che simboleggiava l'innocenza; - ma, più spesso, quello della vergogna originata dal peccato. Venere potrebbe rappresentare la versione moderna di quel nudo *dell'innocenza e della purezza*: - gesti di pudore - sguardo pensieroso e assorto, - lo stesso della vergine Maria, la dea dei Cristiani! I più grandi filosofi dell'epoca la ricoprono di virtù: essa rivela temperanza e onestà... ... fascino e splendore! Quest'epoca mostra dunque un curioso tentativo di conciliazione tra religione cattolica e divinità pagane... ... che sfocia nella stesura di importanti trattati di astrologia... ... e in un vero e proprio culto di Venere. Alle giovani madri vengono offerti deschi da parto in cui la divinità affascina gli uomini, che ne rimangono ipnotizzati. *La Nascita di Venere*, che si presume essere stata un dono di nozze, potrebbe essere stata una "super-versione" esteriorizzata di quei nudi dissimulati all'interno dei bauli adibiti alla dote. Si riteneva fossero di buon augurio per la coppia, che aumentassero il desiderio, e che determinassero la bellezza della futura prole! E questa tela tende senza dubbio ad avere un forte impatto sensuale: - l'improbabile intreccio delle gambe dei "lascivi Zefiri"; - la lunga chioma che si agita al vento; - e i venti che disegnano suggestive pieghe sulla veste avviluppata intorno alla figura delle Ore. Agitazione e movimento regnano in questa tela! Movimento, che diventa per gli artisti rinascimentali un modo privilegiato di evocare la gioia, l'ebbrezza, e la sensualità. Infine, quando Botticelli vuole dare vita a nudi privi di sensualità, ci riesce perfettamente: come in questa Verità smorta, tesa, senza rotondità, presente nella Calunnia, o in questa *Santa Zenobia*, gobba e deforme. Né antica, né medievale, questa scena è tipica del Rinascimento fiorentino, del suo interesse per l'elogio della vita e dei sensi, anche a costo di mescolare allegramente religione cristiana e superstizione pagana, idealizzazione e sensualità carnale. Tuttavia, solo una decina d'anni dopo, la tela cade nell'oblio per oltre tre secoli! Parte 3. *La doppia vita di Venere* 1494 ... Firenze si trasforma brutalmente in una "dittatura teocratica" governata da un predicatore, Savonarola, il quale non vede per niente di buon occhio i nudi pagani. Botticelli dichiara un "mea culpa" ufficiale prima di tornare a dipingere scene bibliche. La "Venere" sfugge alla distruzione, ... ma così non è per la fama di Botticelli ... che durante gli ultimi dieci anni della propria esistenza non riceve più una sola commissione. Ormai, i pittori che contano sono quelli che rompono definitivamente con lo stile medievale esaltando il volume dei corpi con un contorno continuo e sempre più realistico. E l'audacia della *Nascita di Venere* passa rapidamente di moda: i colori del carnato vengono resi con incredibile realismo la divinità può ormai offrirsi in tutta semplicità, nelle case dei nobili e ricambiare lo sguardo ardito dello spettatore! La sua figura diventerà man mano più pesante, in pose suggestive, ricoperta di gioielli rassomigliando sempre più a una cortigiana che a una dea. La rappresentazione di Botticelli è ben lontana e dovrà attendere il 19º secolo per prendere la propria rivincita. Il secolo e schizofrenico: non si sono mai visti tanti dipinti di nudo femminile... ... mentre le persone insistono nel proclamarli opere d'arte da osservare im maniera spassionata "con la purezza di bambini che giocano nudi senza provare alcuna vergogna" Il corpo femminile deve rimanere casto, senza allusioni sessuali ... mentre il desiderio si sposta verso altre figure che gravitano attorno. Gli effetti sono disastrosi: le scene diventano ridicole mentre gli occhi al cielo, le anche che ruotano ricordano che questi nudi "asessuati" sono delle pentole a pressione pronte ad esplodere per la troppa sensualità repressa! Era troppo! Un gruppo di artisti e intellettuali inglesi decide di ricercare nel passato il germe di questa decadenza. Si punta il dito contro Raffaello, e si denunciano e il suo disprezzo per la semplicità e per la verità, il suo gusto per le pose pompose! Che entusiasmo hanno nel riscoprire il Quattrocento, e in particolare Botticelli! La dolce semplicità delle scene, dei corpi, i gesti moderati, i visi maliconici e assorti. Per loro, questa Venere, esitante e timida, è bella perché non suscita desiderio, ma tenerezza. Alla fine del secolo la questione è definita: le copie della nascita di Venere riempiono le sale inglesi e l'Inghilterra vittoriana la accoglie come l'immagine "accettabile" della sessualità, come una donna piena di grazia, ma anche delle restrizioni da cui la decenza deriva. È il germe dell'ultima trasformazione di Venere: la figura femminile che ogni uomo sogna, e da cui ogni pensiero sembra fuggire. Se Venere suscita di nuovo il desiderio carnale, è in quanto *donna oggetto* destinata ad appagare i fantasmi dell'uomo. Alain Jacquet non sta solo sfruttando il doppio senso della conchiglia e del logo "Shell", quando trasforma Venere in una pompa di benzina. Egli se ne serve per mostrare che Venere è diventata un oggetto, destinata a soddisfare i desideri dell'uomo. Per capire chi è questa donna, bisogna andare al di là dei cliché e dalla ricostruzione storica per tornare alle sue origini. Scopriamo dunque il potere di seduzione che una figura come questa è in grado di esercitare: un ideale di bellezza universale legato alla celebrazione della nascita e della vita. Prossimo episodio: Maria Antonietta e i suoi figli Un esercizio di "PR"? Per maggiori informazioni: www.canal-educatif.fr Scritto e realizzato da Produzione Consulenza scientifica Questa produzione è resa possibile grazie al sostegno di mecenati (perché non anche voi?) e del Ministero della Cultura Doppiaggio Montaggio ed effetti speciali Post-produzione e registrazione del suono Scelta della colonna sonora Musiche Ringraziamenti per i sottotitoli in Italiano: Emmanuelle Theil e Elena Montrasio Crediti fotografici Una produzione CED