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Chiedo scusa se introduco un argomento del genere
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a quest'ora del mattino
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dopo le ore piccole della notte scorsa.
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Ma vorrei che pensaste a un bevitore.
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Non a uno di quegli alcolizzati
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all'ultimo stadio,
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o qualcuno addirittura in terapia presso gli Alcolisti Anonimi.
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Penso a qualcuno che beve regolarmente
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e cerca a fatica di tenere a bada la propria dipendenza.
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Ma di questo particolare alcolista, vorrei che
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vi figuriate che, oltre alla dipendenza dall'alcool,
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sia vittima di una seconda dipendenza.
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Non una dipendenza debilitante che lo tenga
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in condizioni miserabili tutto il giorno.
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E neppure è un qualche ex tossicodipendente.
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ma comunque ha una dipendenza
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che continua a tirarlo in un'altra direzione,
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lontana da quello che vorrebbe fare.
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Una persona con due dipendenze che lo tirano in direzioni opposte
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rendendolo vulnerabile, rendendolo pericoloso
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in quanto sensibile alle tentazioni di ognuna.
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E il trucco, per quest'anima, è di controllare
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e regolare queste dipendenze, per tenerle sotto controllo.
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Vi fornisco questo quadro perché
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credo sia una immagine fedele del moderno governo democratico.
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Pure il moderno governo democratico è combattuto
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tra questi due distinti tipi di dipendenza.
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Costantemente incitato dalla follia.
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Follia da un lato a favore della gente, o quantomeno malafede,
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in quanto la gente stessa spinge il governo a fare cose
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che vanno contro il pubblico interesse.
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Pensate al peronismo,
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o a quel tipo di populismo che ha spinto
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la bolla bancaria e immobiliare negli Stati Uniti.
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Dal lato opposto, una dipendenza da interessi particolari,
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chiamiamoli incumbents, "operatori storici", che allettano continuamente il governo
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a fare qualcosa di folle nel campo delle politiche pubbliche
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in nome del beneficio degli operatori storici.
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E qui, negli Stati Uniti almeno, si può pensare
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ad ogni questione politica importante nella quale questa dipendenza
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ha giocato un suo ruolo.
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Dato che ognuna di queste tendenze tira in modo costante,
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lo mette sotto continua tentazione, il governo è sempre vulnerabile,
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è sempre pericoloso, come sostengono i libertari,
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perché può sempre essere sfruttato
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da almeno una di queste due fonti,
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le tentazioni degli incumbents.
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OK ora, Internet è una piattaforma,
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si tratta di una architettura,
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un'architettura che ha delle conseguenze.
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Un'architettura che permette l'innovazione.
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o perlomeno permette un certo tipo di innovazione.
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Pensate alla storia dell'innovazione in Internet.
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Netscape, avviata da un universitario che abbandonò gli studi, un "dropout"
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Hotmail, avviato da un immigrato indiano, venduta poi a
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Microsoft per 400 milioni di dollari.
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ICQ, avviata da un ragazzo israeliano e poi dal padre, che era qui,
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venduta a AOL per 400 milioni di dollari.
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Google, iniziata da due dropout di Stanford
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Napster, avviata da un dropout e da qualcuno che
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non era nemmeno stato capace di essere un dropout
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eppure siede a questa conferenza, qui, oggi.
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Youtube, avviata da due studenti di Stanford.
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Kazaa e Skype, avviate da dei ragazzi danesi e svedesi.
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E poi, naturalmente, Facebook e Twitter, iniziate da dei ragazzi.
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Che cosa hanno in comune tutte queste innovazioni?
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Che sono state tutte fatte da ragazzi, dropout e non-americani.
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Outsiders.
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Poiché questo è ciò a cui stimolava quell'architettura:
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stimolava l'innovazione da parte di chi è fuori dai circuiti classici.
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Ora, l'innovazione fuori dagli schemi spaventa gli "operatori storici"
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Skype fa paura alle compagnie telefoniche;
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Youtube minaccia le imprese televisive;
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Netflix mette a rischio i provider delle linee cablate
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Twitter minaccia Sanity,
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non che la sanità sia mai stata un incumbent.
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Ma accade che il minacciato reagisca alla minaccia
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rivolgendosi a chi ha una dipendenza da lui: il moderno governo democratico
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e per mezzo della droga adatta, (che negli USA almeno
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corrisponde a un'infinita quantità di contante per le campagne di propaganda),
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usando quella droga per assicurarsi la protezione
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da queste minacce che l'operatore storico paventa.
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Ora, questo credo sia il punto che ritengo il presidente Sarkozy non abbia colto ieri,
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e la questione che Jeff Jarvis ha sollevato quando ha sostenuto
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che il principio che dovrebbe essere portato avanti dal G8
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è che il governo deve "non nuocere".
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Il presidente Sarkozy ha detto, no, ma noi abbiamo importanti
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problematiche politiche da risolvere. Ma il punto è proprio questo.
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Sappiamo di avere tante difficili questioni politiche qui
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A partire dal copyright, alla privacy, alla sicurezza, ai problemi di monopolio. Certo che lo sappiamo.
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Il nocciolo del discorso è che non ci fidiamo delle risposte
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che ci danno i governi.
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E abbiamo ottime ragioni per non nutrire fiducia in queste risposte,
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poiché a proposito di un problema dopo l'altro, la replica che
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il moderno governo democratico ci ha dato qui
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è una reazione che va ad avvantaggiare
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gli operatori storici dei vari settori.
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Ignorando del tutto una possibile risposta
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che incoraggi davvero ulteriore innovazione.
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Pensiamo ad esempio alla questione del copyright.
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Certamente abbiamo bisogno di un sistema di diritto d'autore
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che garantisca che gli autori siano ricompensati
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e salvaguardi la loro indipendenza nell'atto creativo.
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E' innegabile che debba esistere
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un simile sistema di protezione.
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La questione non è se il diritto d'autore debba o meno essere protetto.
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La questione piuttosto è come fare a proteggere il diritto d'autore
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nell'era digitale.
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Se l'architettura del copyright,
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costruita per il XIX secolo
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continui o meno ad avere un senso nel XXI.
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E qual è l'architettura che avrebbe senso nel XXI secolo?
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Ora, è questa la domanda che il governo si sta ponendo?
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Io direi di no.
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Piuttosto, ciò che il governo sta proponendo
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in tutto il mondo e qui nella fattispecie,
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e mi perdonino i colleghi francesi,
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se uso una terminologia tecnico-giuridica
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La proposta avanzata qui non è che una "morte cerebrale"
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in tre tempi che va a giovare a chi primeggia sul mercato
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trascurando gravemente il potenziale innovativo che potrebbe conseguire
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da una nuova architettura per la tutela del copyright.
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Non è necessario dare ragione a me:
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Il recente resoconto del governo conservatore in Gran Bretagna,
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il rapporto Hargreaves, dice a proposito del copyright:
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"E' possibile che leggi progettate più di 3 secoli fa
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con l'intento esplicito di incentivare
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economicamente l'innovazione
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tramite la protezione dei diritti degli autori
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rappresentino al giorno d'oggi un ostacolo all'innovazione e alla crescita economica?"
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La risposta, in sintesi, è: sì.
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"Nel campo della politica sul copyright, non c'è dubbio
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che il potere persuasivo di personaggi famosi e
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importanti organizzazioni creative britanniche
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abbia distorto gli esiti delle politiche".
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E non solo, a mio parere, nel Regno Unito.
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Pensiamo alla questione dell'approccio alla banda larga
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L'Europa è riuscita abbastanza bene
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nel favorire la competizione nella banda larga
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e di conseguenza a sostenerne la crescita.
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Invece gli USA hanno fallito in questo
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Possiamo notare che gli USA nella penetrazione della banda larga scendono dal primo posto
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adesso, a seconda del metro di valutazione,
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al 18°, 19° o addirittura 28° posto.
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Questo cambiamento è dovuto a politiche che
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a tutti gli effetti bloccano il meccanismo della competizione
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tra provider di banda larga.
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Così questi fornitori di servizi hanno reagito rivolgendosi
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all'attenzione del nostro governo e facendo in modo che il nostro governo
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di fatto ponesse loro in vantaggio e annullando ogni incentivo
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che li portasse a competere verso l'obiettivo
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della penetrazione della banda larga.
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Penso alla luce di questi esempi
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che sia del tutto legittimo essere scettici
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quanto alle risposte date dai moderni governi democratici.
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Dovremmo dire al moderno governo democratico:
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attenzione che non siano gli operatori storici ad influenzare le linee guida delle politiche
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perché il loro lavoro, il lavoro degli operatori storici dei vari settori,
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non è affatto la stessa cosa del vostro lavoro, che è il lavoro di salvaguardare la cosa pubblica.
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Il loro lavoro consiste nel ricavare profitto per sè.
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Il vostro nel bene comune.
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Ed è decisamente corretto per noi, affermare
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che finché questo meccanismo di dipendenza non si arresterà, dovremmo
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insistere sul minimalismo nelle azioni governative:
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Il tipo di minimalismo a cui accennava Jeff Jarvis quando
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ha parlato di "non nuocere".
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Una Internet che abbracci i principi dell'accesso aperto e libero,
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una Rete neutrale che garantisca
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questo accesso aperto, al fine di proteggere l'outsider.
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Ma ecco l'unica cosa di cui si può esser certi a proposito di questo meeting,
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e la sua connessione al futuro di Internet.
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Il futuro di Internet non è Twitter,
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non è Facebook, non è Google,
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nè tantomeno Rupert Murdoch.
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Il futuro di Internet non c'è, qui.
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Non è stato invitato, non sa nemmeno come essere invitato,
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poiché non è ancora focalizzato su politiche e forum come questo.
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Il minimo che possiamo fare è preservare l'architettura
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di questa rete che protegge questo futuro
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che non è qui.
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Vi ringrazio molto.